L’amministrazione Cimmino non ha la più pallida idea di come poter ripartire, in tempi congrui, con il termalismo nella città delle oramai “ex” acque. Né piano A, né piano B e nemmeno piano C per l’amministrazione del fare, che ha fatto veramente poco su questo fronte in due anni. Il futuro, per le tanto decantata acque, sarà continuare a finire in mare nel silenzio di tutti. L’ultima scialuppa per Cimmino sarà il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, verso il quale il primo cittadino stabiese ha chiesto nella seduta di ieri del consiglio comunale un aiuto concreto e immediato: “Riaprire la fermata Eav di Castellammare Terme Stabiane”, tale da attrarre maggiormente qualche investitore. Ma chi verrà ad investire nelle Terme Stabiane e anche al Solaro non sarà sicuramente uno sprovveduto e conosce in quale crisi globale si trova il settore e non sarà sicuramente la riattivazione di una fermata a convincerlo a fare un investimento a perdere. Un futuro pieno di nubi anche per gli ex lavoratori termali tutti licenziati verso i quali, pur avendo una propria rappresentante in consiglio comunale, sembrano del tutto scomparsi dalla scena. Quanto potranno durare i corsi di formazione voluti e pagati dalla regione Campania per sopperire (e tenere buoni con circa 600 euro mensili) tutti quelli che non hanno trovato alcuna collocazione altrove e risolvere concretamente per loro e tanti altri il dramma lavoro, che continua ad attanagliare Castellammare? Adesso, il sindaco Cimmino, provate tutte le strade possibili, ha deciso di percorrere l’ultima: quella della privatizzazione. Che sia la volta buona, come lo è stata per il parcheggio di via Puglia?  Ah, saperlo!

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Di desk

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