In principio fu una politica da “tanto pantalone paga” ad ammazzare le Terme. Quella per cui la cosa pubblica era cosa di nessuno e si poteva sprecare per creare serbatoi elettorali. Poi venne la politica che sprecava e basta e forse aveva come scopo quello di piccoli arricchimenti personali. Poi venne una parte dei lavoratori, quella che pensava che il posto fisso era una rendita per non fare nulla, per cui i pochi clienti che erano rimasti si potevano trattare come bestie, a meno che non elargivano la mancia. Trasformando così le Terme di Stabia invece di benessere, in malessere. Questo insieme alla crisi nazionale del settore, portò al primo fallimento. Oggi quella parte dei lavoratori che aveva contribuito al primo misfatto, torna sul luogo del delitto per completare l’opera e cancellarle per sempre.
Una causa assurda per cui si è assunti da una società ma si chiede lo stipendio ed il reintegro in una società diversa e trovano anche un giudice a dare loro ragione. Per cui anche stando a casa continuano a mangiarsi le Terme. Vanificando anni, sforzi e sacrifici per risanare ciò che restava del debito e potere ridare una speranza di rinascita. Provo una immensa rabbia ed un sincero disprezzo.