È suonata la campanella dell’ultimo giro per l’amministrazione del fare del sindaco di Forza Italia, Gaetano Cimmino, che fra qualche settimana comparirà ai raggi X nella relazione dei tre detective di polizia, carabinieri e guardia di finanza oramai all’ultimo mese dei cinque già passati negli uffici comunali di palazzo Farnese, che sarà invitata al ministro Lamorgese e al Prefetto Valentini che, a loro volta, gireranno il tutto al consiglio dei ministri (nel caso più grave di richiesta di scioglimento anticipato per almeno due anni del consiglio comunale per gravissimi fatti ed infiltrazioni camorristiche per la prima volta nella storia repubblicana per Castellammare di Stabia ndr.).

 

 






 

5 mesi di scavi nel torbido: molti mirati, altri su denunce in corso d’opera ed inaspettate, che stanno restituendo alla luce i rapporti illeciti di quasi dieci anni tra: politica deviata, amministratori e dipendenti comunali; imprenditori a strozzo dei clan stabiesi e famiglie criminali con il clan D’Alessandro a capotavola di questo patto. Un lavoro lunghissimo, di grande rilevanza investigativa, contenuta nelle migliaia e migliaia di pagine del nucleo operativo carabinieri Torre Annunziata, su delega della DDA di Napoli del sostituto procuratore, Giuseppe Cimmarotta, che iniziò nel 2018  grazie a diverse denunce: le più clamorose furono quelle, ancora segretate, dell’ex sindaco PD, Antonio Pannullo e l’ex candidato sindaco nel 2018, Andrea Di Martino. ‘E chest’è! 

 

 






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Di desk

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